domenica 18 maggio 2008

Sabato sera.
Fuori la pioggia
scende
ininterrottamente.
Camminiamo
sotto gli ombrelli
fino ad una porticina
rossa,
dove all'entrata
un omino
ci segna la mano
con un tibro
di riconoscimento.
All'interno
altri omini
portano su vassoi
taralli e pane e olio
del Salento...
Sapori
della buona terra
del Sud.
Attraversiamo il corridoio
e i suoni
si fanno sempre più vicini...
I tamburi pulsano
come il cuore...
La musica trascina
la mente
e il corpo
comincia a muoversi
al tempo dei tamburelli...
Scoprire il Sud
e la sua anima
attraverso la danza.
La pizzica.
Anche se
al primo impatto
questa danza
sembra
servire a "buttare fuori"
le negatività,
in realtà
insegna a "tirare fuori"
la gioia,
la paura,
ad attingere all'energia
che si crea
con chi danza
e con i musicisti.
E' l'esempio
di come si possa
parlare
con il corpo.
Il ritmo
diventa più sincopato
e i passi
si complicano,
ci vuole fiato
e si suda parecchio.
La danza
inizia
ad avere il suo effetto
disintossicante
sia per il corpo
che per lo spirito.
Mi estraneo
un attimo
e riprendo fiato.
Sento
i piedi
battere sul pavimento,
sono il rumore sordo della terra,
i tamburi sono il cuore,
le braccia levate in alto
il tramite verso
il cielo.
Scompaiono
le mura del locale.
Per un attimo
penso:
questo è davvero il Sud.
E invece
sono a Milano...


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