mercoledì 28 maggio 2008

martedì 27 maggio 2008

Non si può capire
come è bello
ogni volta
entrare
in quella casa
e vedere
quei bambini
che ti corrono incontro
e ti chiamano per nome.
Non è da molto tempo
che sono
la loro babysitter,
sarà la quarta volta,
eppure
ogni volta
esco
sempre più
soddisfatta,
sempre più
sicura
della scelta
che ho fatto
di lavorare
come babysitter
nelle ore libere
dallo studio.
Sono bimbi
molto svegli.
Mi stupisco
sempre di più
della splendida
accoglienza
che mi mostrano
ogni volta,
dello splendido modo
in cui affrontano la vita.
Mi sa
che abbiamo molto
da imparare
da loro.
La loro
splendida
innocenza,
l’entusiasmo,
la collaborazione,
noi
non siamo più abituati a farlo,
condividere,
non sappiamo farlo
o abbiamo persino
dimenticato
il significato.
Quei bambini
giocano
insieme
con nulla,
una palla,
una corda,
sanno giocare
insieme.

Fratellino e sorellina.
E mi chiedono
sempre
di giocare
con loro.
A loro piace
“stare tutti insieme a giocare”.
Quando è bel tempo
Passiamo
i nostri pomeriggi
all’aria aperta.
Non stanno
davanti la televisione,
non giocano con i video giochi.
Hanno
uno splendido
senso della famiglia
un senso
che la maggior parte
della gente
ha perso
del tutto o quasi.
Hanno
molti aspetti
che noi “grandi”
dovremmo invidiare.
Quando torno a casa
dopo essere stata là
non vedo l’ora
di ritornarci,
non vedo l’ora
di badare di nuovo a loro,
tutti e tre
sul tappeto arancione
ad inventare
nuove storie,
disegnare,
costruire
e giocare.
E’ un’esperienza
che riempie,
appaga,
apre gli occhi
e per una volta
silenzia
i nostri giudizi
da “grandi”.


venerdì 23 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

Ricordi milanesi...

Rivedere tutte le Saporite mi ha fatto provare un pò di nostalgia di quando vivevamo tutte a Milano.
Ora ognuna ha preso la propria strada, ognuna nel suo percorso personale, che ci allontana fisicamente le une dalle altre.
Le Saporite mi mancano nella vita quotidiana.
Mi piaceva la sicurezza di avere loro per condividere ogni giorno.
Il ritorno nella casa che non vedevo da tempo è stato dolce e amaro, bello e nostalgico.
Felice d'aver costruito con bella gente legami stabili, forti, che stanno durando nel tempo e nella distanza.
Come se fossimo ancora tutte nello stesso viaggio a Bruxelles, deciso su due piedi nella notte bianca, quando ancora nessuna di noi pensava che l'anno seguente sarebbe andata via da Milano...
e una canzone della Bandabardò bastava per farci divertire e ballare spensierate...

domenica 18 maggio 2008

Sabato sera.
Fuori la pioggia
scende
ininterrottamente.
Camminiamo
sotto gli ombrelli
fino ad una porticina
rossa,
dove all'entrata
un omino
ci segna la mano
con un tibro
di riconoscimento.
All'interno
altri omini
portano su vassoi
taralli e pane e olio
del Salento...
Sapori
della buona terra
del Sud.
Attraversiamo il corridoio
e i suoni
si fanno sempre più vicini...
I tamburi pulsano
come il cuore...
La musica trascina
la mente
e il corpo
comincia a muoversi
al tempo dei tamburelli...
Scoprire il Sud
e la sua anima
attraverso la danza.
La pizzica.
Anche se
al primo impatto
questa danza
sembra
servire a "buttare fuori"
le negatività,
in realtà
insegna a "tirare fuori"
la gioia,
la paura,
ad attingere all'energia
che si crea
con chi danza
e con i musicisti.
E' l'esempio
di come si possa
parlare
con il corpo.
Il ritmo
diventa più sincopato
e i passi
si complicano,
ci vuole fiato
e si suda parecchio.
La danza
inizia
ad avere il suo effetto
disintossicante
sia per il corpo
che per lo spirito.
Mi estraneo
un attimo
e riprendo fiato.
Sento
i piedi
battere sul pavimento,
sono il rumore sordo della terra,
i tamburi sono il cuore,
le braccia levate in alto
il tramite verso
il cielo.
Scompaiono
le mura del locale.
Per un attimo
penso:
questo è davvero il Sud.
E invece
sono a Milano...


martedì 13 maggio 2008

giovedì 8 maggio 2008

La giornata iniziò
con il sole
che filtrava dalla finestra.
La ragazza non aveva
chiuso a pieno le persiane
la sera precedente.
Volutamente.
La luce del mattino
chiara
nella penombra della stanza.
Piccole fessure
proiettavano
fasci di luce
negli occhi.
La ragazza andò in cucina.
Attaccò la radio.
Preparò il caffè bruno.
Scaldò il latte bianco.
La tazza si riempì
di caffèlatte caldo.
Avvolse la tazza
fra le mani
stretta.
Immobile contemplò
il caldo sulle mani.
Lasciò che i pensieri
si fermassero.
Tutto scomparve.
Restò il profumo
del caffèlatte.
Restò la musica
alla radio.
Restò il caldo
della tazza tra le mani.
Sensazioni
ad invadere i neuroni
e sollecitare
un ricordo...

domenica 4 maggio 2008


Non sempre rispondo...


Non sempre rispondo,
dipende dai giorni,
dall’aria che tira tra me e i miei ricordi.
Per cui se succede che qualche argomento
rimane silente,
o qualche risposta sia un poco sfuggente,
sappi che a volte nella mia testa
cade una grandine molto violenta.
Forse è passeggera,
ma poi ritornerà.
Tu non aspettarmi, preparati pure un sandwich.
E non c’è logica per la mia testa
quando cade una grandine troppo violenta.
Ah, so che è passeggera,
ma poi ritornerà
e se faccio tardi regalami dei confetti.
Forse è passeggera
e quando tornerà
tu non aspettarmi, ricordati di pagare il gas.
(C. Donà)

venerdì 2 maggio 2008


Quando si va
in giro durante
una notte senza luna
fissare direttamente
una debole luce lontana
fa sì che essa
scompaia totalmente.